Un dettaglio per ricordare

Ricordare il proprio vissuto non è scontato. Spesso i ricordi non solo risultano approssimativi ma del tutto lacunosi. Alcune ricerche nell’ambito della psicologia mostrano che il ricordo è sovente modificato dall’immaginazione. Qualcosa del genere accade in continuazione nell’immaginario di chi scrive sovrapponendo ricordi e sensazioni vissute ad altre fittizie. Lo scrittore premio Nobel Patrick Modiano ha fatto dell’incertezza del ricordo, e dunque dell’identità, il tema di diversi romanzi.
Nell’esercizio di Scrittura Creativa che segue propongo la pratica del “Biografema”. Si tratta di ricordare una circostanza di vita vissuta più o meno distante nel tempo e di trascriverla badando ai dettagli e agli eventi fisici che la caratterizzano. Sono da escludere invece le notazioni generali e i commenti. Il brano che segue è tratto dal romanzo di Paul Auster L’invenzione della solitudine ( traduzione Massimo Bocchiola, Anabasi, 1993, poi Einaudi, 2010):

«Queste immagini minuscole »

Alcuni versi e un disegno di Federico Garcia Lorca

«Queste immagini minuscole, inalterabili, piazzate nel fango della memoria, né svanite né totalmente recuperabili. E tuttavia ciascuna di loro è una fugace resurrezione, un istante altrimenti perduto. Il suo modo di camminare, per esempio, dal curioso equilibrio, sobbalzante sugli avampiedi quasi fosse in procinto di cadere in avanti, alla cieca, nell’ignoto. O come si protendeva sulla tavola per mangiare, con le spalle rigide, in un atto che gli serviva solo ad alimentarsi, senza mai gustare il cibo. Oppure gli odori delle auto che usava per lavorare: vapori, perdite d’olio, gas di scarico; il rumore di freddi ingranaggi metallici; il continuo sferragliare della macchina in movimento. Un ricordo del giorno in cui, avrò avuto al massimo sei anni, passavamo per il centro i Newark e lui all’improvviso inchiodò, mandandomi per il contraccolpo a sbattere la testa sul cruscotto; un improvviso sciame di neri, raccolti intorno all’auto per vedere se stavo bene, in particolare la donna che mi porse attraverso il finestrino un cono di legato alla vaniglia (…) » .

Quello che…

Ci si può avvicinare alla pratica del Biografema (che a sua volta costituirà un modo per entrare in contatto con i ricordi utili alla narrazione), attraverso un semplice espediente. Ognuno può fare una lista di persone, parenti, amici, amori; di seguito potrà connotare ogni figura con un’azione, una qualità, un modo di fare o di dire, una sensazione. Per esempio; “Quello che arrivava sempre all’ultimo minuto”; “Quello che diceva di avere gli occhi sottili a forza di guardare il mare”; “quella che aveva parole illuminanti”; “Quello che portava sempre la sciarpa”.
La lista è utile solo per fermare l’attenzione su figure contigue del passato e sui dettagli. Fatto questo si scelga una frase per scrivere un breve ricordo più strutturato e diffuso. Si può cominciare con una sensazione, un gesto, una circostanza vissuta. Parafrasando Alessandro Baricco (in “City”) faccio un altro esempio: da una frase che contiene un dettaglio come “Quella che mi dava sempre la schiena”, si può ottenere un frammento più ampio e vivo, come: «Lei era seduta sul gradino più alto della scala. Mi dava la schiena e non si voltò neppure quando iniziai a parlare».

Un frammento di Proust

La contessa Greffulhe/Guermantes

«Spesso, quando andavo a Trovare Madame de Guermantes, se lei credeva di accorgersi che i suoi ospiti mi annoiavano, mi diceva: “Volete salire a trovare Henri? Dice di non esserci, ma voi, sarà felice di vedervi!” (rendendo così inutili, d’un sol colpo, le mille precauzioni che prendeva Monsieur de Guermantes affinché non si sapesse che era in casa e non solo si potesse considerare scortese perché non si faceva vedere) “Non dovete far altro che farvi condurre alla biblioteca del secondo piano, lo troverete lì che legge Balzac! “. “Ah! se lasciate che mio marito cominci con Balzac!” diceva spesso la Contessa, con l’aria intimorita e quasi felicitandosi, come se Balzac fosse insieme un contrattempo che impediva di uscire puntuali e che mandava a monte la passeggiata, ma anche una sorta di favore particolare che Monsieur de Guermantes non accordava a chicchesia (…)»
Marcel Proust, Balzac naturellement…, traduzione M.G. Carbone, Biblioteca del Vascello, 1990; Robin Edizioni 2002. (Tratto dalla prima edizione dei Cahièrs, il frammento a cui si riferisce l’intera edizione qui citata venne escluso dalla edizione definitiva della Recherche)

Marco Conti Corsi di Scrittura Creativa – UpbEduca


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