
Il silenzio dell’ora blu, prima dell’alba, le risonanze dei gesti e dei suoni…Pensava forse a questo tessuto di immagini il filosofo Gaston Bachelard quando, nel 1952, ringraziò l’autore delle poesie di Avant que le coq ne chante, Arturo Schwarz, poiché la lettura di quei versi – disse – gli aveva dato «energia ».
Schwarz ha detto dal canto suo che quelle sue prime liriche erano nate esattamente nelle prime ore del giorno, in una piccola cella, alla luce di una lampadina quando era prigioniero ad Abukir.
Versi scritti in francese dove l’immagine e l’analogia marcano il ritmo e mostrano come l’esperienza del surrealismo sia stata un motore di energie a tutto campo, ben al di fuori e al di sopra delle semplificazioni che chiamano in causa – ancora oggi – scrittura automatica e onirismo.
Se ne accorge non solo il lettore che segue gli itinerari di Aragon, di Desnos, di Char o Mansour, ma anche chi sfoglia l’opera completa in versi (o quasi) di Arturo Schwarz, Tutte le poesie, o quasi (1941-2007), edite da Moretti & Vitali.
Primi versi
Non so perché
il rumore dei miei passi
di notte
nella strada
deserta
evoca in me
il rumore che fanno
quando si disturbano
i ricordi
Il testo (qui tradotto da me) è in francese, prima lingua dell’autore, come tutte le raccolte liriche dal 1942 al 1956: il già citato Avant que le coq ne chante, Malgré tout (1952), Choix de poèmes (1956). In questa filigrana corre una voce che senza rinunciare al dominio dell’immagine si fa discorso, cadenzata da un verso essenziale:
les rues de Milan
à trois heures du matin
ne sont pas plus désertes
que le sentiers de l’amour
j’ai démonté le ciel
étoile par étoile
j’ai denudé les fleurs
pétale par pétale
je n’ai rien trouvé
(…) da “Les soeurs oubliées in Avant que le coq ne chant)

L’amore, il desiderio
IL timbro sarò sorretto dal desiderio, dall’eros, per gran parte del percorso lirico autoriale, in modo non dissimile da quanto accade con la poesia di Éluard. L’amore, la notte come luogo privilegiato non solo del sogno, ma dell’alterità, costituiscono il nord e il sud di queste pagine:
la nuit coulée dans tes yeux
est plus légère ce soir
qu’une fleur de cendre
è la terzina con cui inizia Au bord de la nuit;
fleurir la demeure de la nuit
cette chambre claire où une lampe
s’est allumée après son passage
fa eco la poesia successiva di Erox nella raccolta nel 1985 Satyavatī dove il francese ancora si affaccia come del resto accadrà ancora e a ragione poiché spesso si ha l’impressione che nel passaggio alla lingua d’adozione il ritmo si faccia meno sicuro. E’ il caso delle “Metamorfosi” o meglio le Méta-morphoses presenti in quella che è forse la raccolta più cospicua di Schwarz, Lettere a mia figlia, metamorfosi ecc… (1964-1978) dove l’estro per l’associazione tra oggetti e idee (a lungo perseguito dal surrealismo bretoniano) trova una nuova, ennesima, accezione:
le ciel a la forme de l’habitude
la terre a la forme d’une culbute
la mer a la forme de l’intelligence
la lune a la forme de la mémoire
La poesia è il reale

Bretoniano, Schwarz lo è stato del resto nel senso più stringente. Lo ricorda Anna Sikos nell’introduzione al volume corroborata dallo stesso autore che cita con Breton, Novalis: «La poesia è il reale, il reale veramente assoluto». Convinzione che si sposa con quella di un umanesimo altrettanto totalizzante dove si prefigurano «i canti/dell’uomo amante dell’uomo» come voleva il surrealismo coniugando la parola d’ordine di Marx (cambiare il mondo) con quella di Rimbaud (cambiare la vita). Non per nulla in giovinezza è stato trockijsta, progettualità ideologica che com’è noto era condivisa da Breton. A fianco di questa prospettiva si colloca anche l’ebraismo di Schwarz che in alcuni versi ne richiama precisamente la storia novecentesca (Les Rosenbergs) e in un unico testo (Oratio de hominis dignitate) i nomi, e solo i nomi dei luoghi, dove si sono svolti gli eccidi – da Artemovsk a Semlin – fino a farne allegoria («ebreo errante/ ho vagato tutta la vita/ lungo il labirinto della mente/ rincorrendo il senso del Tutto…».
Ultime
La vitalità dell’ albero surrealista non ha impedito ad Arturo Schwarz di innestare un discorso lirico in cui si staglia via via un dettato più spoglio. Soprattutto a partire dagli anni Novanta. I Nove testi a forma di haiku sono forse il segno più forte di questa nuova tensione che all’immagine concede solo il necessario, fino a raggiungere nelle ultime raccolte una misura in cui l’immagine diviene strumento delal riflessione: «è difficile vivere/ senza la propria ombra/ palma solitaria/ in isola deserta/ con la compagnia/ d’una fede smarrita// ora sono notte/ lei era luce// era l’aria/che faceva volare il cielo/(…)».
Le sorprese di questa poesia restano notevoli. Attestata ormai da un quarantennio l’adozione dell’italiano, anche le antologie e la storia letteraria potranno avvantaggiarsene.
Marco Conti

La legna secca dorme
e ricorda la gioventù
nelle mani verdi dell’alba
sono parole non dette
tutta la vita ho atteso
che il pugno chiuso
un giorno si aprisse
una mano come colomba
innamorata mi carezzò
la fronte fredda e dura
chiusi gli occhi incredulo
il silenzio più pesante
delle piramidi d’Egitto
fu finalmente rotto
la voce che ascoltavo
non era più un sogno
venne la sempre attesa
dal passo leggero
come una speranza
la memoria del sole
fracassò la notte
in mille pezzi
e così anche il vetro
che mi separava dalla vita
la legna secca è verde
la fronte non è gelida
e la mano si è aperta
cammino dove l’amore
è presente come il sole
Arturo Schwarz, La legna secca dorme… da “Cinque notti di dicembre” (2004), Moretti & Vitali

Greetings. I am an artist and art historian (writer) who is composing biographies of artists and writers for the Israel Museum, Jerusalem, for their Arturo Schwarz archives. This will be an online book of biographies and connections of artistic and poetic exchange between Arturo Schwarz and major 20th century writers and artists. I am seeking a book of poems by Arturo Schwarz that includes the dates he wrote them, and the poems themselves. Although I read French, and to a lesser degree Italian, I would be so grateful if you could provide me with a pdf or hard copy of your book of poetry by Arturo Schwarz – Tutte le Poesie, quasi.
I have a deadline for my biographies, including those of poet Pierre Reverdy, and thinker, Bachelard, and am seeking the poems that Arturo sent to them to comment on. The dates on the poems also will allow me to determine which they may be.
I interviewed and taped Arturo Schwarz in Santa Magherita Ligure in August 2009. His poetic works are not well known in English, neither is the depth of his intellectual history. The Arturo Schwarz network publication by the Israel Museum, Jerusalem, only does this to a small degree. I will address some of this in a publication of a book of Surrealist poems and the interview with Arturo, as well as the texts of his letters from Reverdy and Bachelard – about poetry entirely, not art history or surrealism.
Please let me know if you could provide me with the book of Arturo Schwarz’s poetry that you publish. This would allow me to write with more historical depth. Also, if you wish to create an exchange with me with weblinks, or to work on a poetic and visual art project, please also lets start a conversation about this. I have shown in the Internationationale de Firenze (1999) , and in Vienna (2000) and in the USA and Canada and I work internationally. Please let me know the cost of the book, or if you can provide me with a complementary copy – and in exchange I can provide you with the biographies and writings I am completing (due May 1, 2023). I also have a book (in French) of previously unpublished Surrealist poetry that I am working to produce – it is from 1954 and was a gift to Arturo Schwarz. I have exclusive use of this material.
I look forward to hearing from you at your earliest convenience. I am thrilled to have found this work online as it is exactly what I need for my research.
Thank you,