
Raul Rossetti ha appena vinto il Premio Calabria con il suo romanzo d’esordio «Schiena di vetro», ma sta già pensando al seguito. Sul tavolo massiccio della cucina, nella sua casa nascosta fra le abetaie della Valsessera, nel Biellese, c’è un corposo fascicolo dattiloscritto, oltre duecento cartelle che costituiranno l’inizio del nuovo libro. e anche questo sarà un coraggioso racconto di vita vissuta. «Sarà ambientato – spiega Rossetti- fra gli Anni Quaranta e Cinquanta e riprenderà quindi la narrazione dove l’avevo lasciata con Schiena di vetro anche se sarà un romanzo del tutto autonomo. Il problema è che mi manca il tempo. Inviti, presentazioni, trasmissioni televisive mi portano sempre in giro, ma per quest’inverno conto di scrivere l’ultimo capitolo».

Rossetti, una vita alla Jack London
Il minatore protagonista di «Schiena di vetro», il giovane impolverato di carbone che ogni mattina va a lavorare con la morte nel cuore e si lancia poi in sfrenate avventure galanti, in risse e bevute, nel nuovo romanzo sarà un girovago, un marinaio, è infine un manager in una ditta che costruisce cisterne. Spiega Rossetti: «Per due anni ho navigato con una compagnia americana, la Exxon. Viaggiavo sulle petroliere dal Golfo Persico a Galvestone, nel Texas. Ma ero un marinaio saltuario. Scendevo in un porto e mi fermavo magari per un mese. Poi riprendevo la vita di prima. Sono andato avanti così fino a quando mi sono stancato del mare e delle sue incertezze. Allora mi sono trasferito a Milano dove poi diventato vicedirettore in una ditta che costruiva serbatoi».
Su questa esile traccia narrativa si innestano, come in un gioco di scatole cinesi, i racconti degli amici, dei personaggi incontrati, la quotidianità sempre sospesa fra avventura picaresca e documento, che ha fatto di «Schiena di vetro» uno dei rari successi letterari italiani.
Parise portò il manoscritto a Longanesi
Del resto, Rossetti aveva già scritto il libro a cui stava lavorando. Nel 57, quando il suo primo romanzo era stato portato da Goffredo Parise all’editore Longanesi, lo scrittore si era messo alla scrivania e in pochi mesi aveva prodotto due nuovi manoscritti. «Se le cose fossero andate per il verso giusto- dice- di libri pronti ne avrei avuti tre. Invece, quando mi resi conto che l’editore tergiversava, pensai che non avevo la stoffa. Buttai tutto nel fuoco. Una sciocchezza a ripensarci adesso. Sarebbe bastato lasciare i fogli in soffitta». È stato infatti un giornalista, Orazio Gavioli, a salvare il romanzo dopo averlo trovato per caso fra altre carte. «Schiena di vetro» che nel 57 doveva intitolarsi «il Santo sotto il cappello», è così arrivato nell’89 al concorso per inediti Pieve di Santo Stefano e, dopo il premio, sui tavoli dell’Einaudi. «Ma per gli altri scritti- aggiunge- ora non c’è che la penna, l’impegno a raccontare nuovamente la mia vita».
Ecologista al ‘Costanzo Show’
Intanto, dopo il premio Calabria, Raul Rossetti ha avuto un riconoscimento da un comune vicino alla sua residenza: una targa che sottolinea l’impegno dello scrittore, nelle sue apparizioni in pubblico, per salvare il torrente Strona da nuove captazioni che potrebbero impoverirlo ulteriormente. Dice Rossetti: «È un problema ecologico, una questione sulla quale si è mobilitata da tempo tutta l’amministrazione di Postua. Lo Strona è ormai ridotto a un piccolo corso d’acqua, credo che occorra schierarsi contro interventi che non ne tengono conto».
La vicenda è finita davanti alle telecamere del Maurizio Costanzo Show dove Rossetti è sovente ospite. E a quanto pare la battaglia continuerà: «Parteciperò ancora due volte, in autunno, alla trasmissione – spiega- e ho intenzione di continuare a discutere di ecologia e del rapporto che abbiamo con l’ambiente. Magari in modo paradossale». Poi conclude: «Mi chiede se la pubblicazione del romanzo ha cambiato la mia vita? Direi di sì e in meglio. La popolarità fa piacere ma non mi scompongo più di tanto».
Marco Conti
da La stampa, 24 agosto 1990, p. 4
Nota biobibliografica. Di origine vicentina, Raul Rossetti è nato a Chivasso (Torino) nel 1929. Ha lavorato tre anni nelle miniere di Séraing in Belgio (vicino a Liegi) e svolto diversi lavori come raccontano i suoi romanzi: Schiena di vetro, manoscritto concluso negli anni Cinquanta, è apparso da Einaudi nel 1989, dopo aver ricevuto il premio Pieve di Santo Stefano l’anno precedente. Nel 1995 ha pubblicato inoltre con Baldini & Castoldi Piccola, bella, bionda e grassottella. Lo stesso editore nel 1995 ha rieditato Schiena di vetro con un commento di Natalia Ginzburg.