Lavorare Stanca: mito e poesia in Cesare Pavese
Operai e contadini, meccanici e selciatori, muratori e prostitute, disoccupati della grande fabbrica torinese e maestrine, carrettieri ed emigranti arricchiti. L’umanità di Cesare Pavese, si ritaglia nella solitudine e nel lavoro. Proietta l’ombra dello scrittore isolato e il confronto con un mondo inappagante, segnato dalla povertà e da un orizzonte …
Boris Vian, Cantilene in gelatina
Augusto Blotto, La vivente uniformità dell’animale
Nulla è perduto: la compagnia del mio corpo ai colli saprà seguitare la vista, l’accomiatare (scalini scesi) cercherà odori d’angolo e la nobiltà riflessiva userà a quella pace il vigore necessario: pontili di città schierati rugiadosi, velari o filiera disserrano il remoto marino delle aurore. Lindo incamminati, brolo, fra reti …
In marcia con la poesia di Augusto Blotto
Augusto Blotto, forse il poeta più originale tra quelli conosciuti e sconosciuti alle antologie del secondo Novecento, è un grande camminatore. Della tempra dei Rimbaud e dei Walser. Da Torino, dove è nato nel 1933 e dove abita, le direttrici dei suoi vagabondaggi toccano la Liguria, la Lombardia, salgono fino …
Di Ruscio, forse un giorno
Joyce Mansour, poesia ed eros
La voce più irruente del surrealismo francese All’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso, quando la parabola del surrealismo è in declino per quanto affollata di riviste e talenti, la poesia di Joyce Mansour è una sferzata inattesa. Il suo verso perentorio arriva sul tavolo di André Breton nel 1954 …
Bianciardi, una vita da ribelle
Anarchico proclamato e primo della classe al liceo (ma nondimeno bacchettato da una madre severa, maestra di professione), Luciano Bianciardi appare oggi allo sguardo della critica tra i pochi autentici outisder della letteratura italiana del Novecento. Bene ha fatto quindi Sandro Montalto, poeta e critico, a dedicargli un vivacissimo saggio …